Quando parliamo di distillati facciamo riferimento a una particolare bevanda che deriva, appunto, dalla distillazione di un liquido all’interno del quale è presente un contenuto zuccherino fermentato. In genere si utilizzano tuberi, frutti, cereali o radici. I distillati, sempre morbidi e vigorosi, devono essere degustati in quantità ridotta. La storia di queste miscele – tutte caratterizzate da un alto contenuto alcolico – è davvero molto antica.
Origini e storia dei distillati nel corso delle epoche
Egizi e babilonesi già conoscevano infatti la tecnica della distillazione, che producevano sidro e vino. In seguito si sono avvicinati ad essa anche greci, romani e arabi fino a giungere a una svolta intorno al decimo secolo. Siamo in pieno Medioevo e la Scuola Salernitana inizia a usare proprio la tecnica della distillazione per estrarre acquavite dal vino, in modo da farne un utilizzo medicinale. Poi tra il sesto e il settimo secolo furono gli arabi a realizzare l’alambicco che consentì ai monaci di cominciare a distillare, sempre a scopo curativo, alcol e oli essenziali. Lentamente iniziò anche un consumo di tipo diverso, ovvero a scopo ricreativo, visto il buon sapore di alcune particolari miscele. In Francia iniziò così la produzione di distillati di vino (come il Cognac), così come anche in Spagna (qui si produceva il Brandy) e Italia (terra di produzione della Grappa).
Da quando venne poi fatta la scoperta che l’invecchiamento in barrique era in grado di migliorare la qualità dei distillati, la fase di riposo avviene sempre in botti di piccole dimensioni (ciò consente di arricchire le miscele di aromi e fragranze particolari). Ci sono moltissime tipologie diverse di distillati, che si differenziano anche in funzione dell’appartenenza geografica del territorio di riferimento. Siamo sempre più abituati ad affidarci al web per svolgere una molteplicità di gesti e attività legati alla routine quotidiana, come ad esempio lo shopping. Il confronto, propedeutico all’acquisto, tra le varie tipologie di distillati avviene sempre più spesso sui portali degli specialisti come Distilleria Quaglia. Le vetrine sono ricche di informazioni sui vari prodotti, il che consente di destreggiarsi al meglio e scegliere consapevolmente un prodotto anziché un altro.
Come avviene la preparazione dei distillati: le cose da sapere
La preparazione dei distillati si compone di una serie ben precisa di step, il primo dei quali vede protagonista un mosto iniziale: è qui che prende avvio il processo di fermentazione dei lieviti. In base alla tipologia di materie prime impiegata la preparazione potrà differire in alcuni passaggi chiave. Se per esempio si parte da patate o cereali si dovranno aggiungere enzimi per agevolare la scissione degli zuccheri (è da essi che deriva l’amido), mentre nel caso in cui la base di partenza siano frutti basterà optare per una semplice operazione di pigiatura per l’estrazione del succo. La fase successiva è poi quella della fermentazione, durante la quale occorre aggiungere determinati lieviti al mosto i quali producono alcol assieme ad altre sostanze che migliorano la qualità del distillato. Ci vogliono 3 o 4 giorni perché si completino le operazioni per poi arrivare infine alla fase di distillazione, durante la quale i componenti aerei si separano a seconda dello specifico punto di distillazione. Si procede a riscaldare il prodotto fermentato fino allo stato di vapore, poi lo si sottopone a un processo di condensazione e raffreddamento. Il distillato viene infine stabilizzato e se ne riduce il grado alcolico (si può aggiungere, a beneficio dell’aroma, dello zucchero). L’invecchiamento consente al prodotto di sviluppare note speziate, di tabacco o frutta secca ma anche vaniglia.